CEMER - Centro Europeo per la Medicina e la Ricerca

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Colposcopia

La colposcopia è un esame che permette una visualizzazione accurata della vulva, della vagina e di quella parte dell’utero, chiamata cervice uterina o collo dell’utero, che si affaccia sul fondo della vagina. Ha l’obiettivo di individuare eventuali anomalie delle mucose, segni di infezione o malattie tumorali benigne e maligne. La colposcopia non è un esame volto alla prevenzione di primo livello, come il pap-test, ma costituisce un approfondimento richiesto dal ginecologo. Il motivo più frequente per cui è prescritto è quando i risultati del pap test mostrano delle alterazioni delle cellule esaminate che facciano sospettare una infezione (es. da virus HPV), una lesione pre-tumorale o tumorale del collo dell’utero. Serve anche a indagare la causa di sanguinamenti dalla vagina. Si tratta di un esame ambulatoriale, di semplice esecuzione che non comporta rischi per la donna.

Che cos'è

La colposcopia è un esame che consente di analizzare la parete vaginale e la cervice uterina (o collo dell’utero); si svolge mediante l’utilizzo di uno strumento chiamato colposcopio, che consente di ingrandire le immagini da 6 a 40 volte. Quando la colposcopia riguarda i genitali femminili esterni si utilizza il termine vulvoscopia.

A cosa serve

A fare chiarezza in caso di situazioni dubbie, per escludere o confermare la presenza di alcune patologie dell’apparato riproduttivo. Il medico la prescrive in particolare nel caso in cui esami di screening, come per esempio il pap test, abbiano evidenziato delle anomalie. Inoltre, lo specialista può scegliere di ricorrere a questo esame anche in caso di:

  • Sospetto di infezione da papilloma virus (HPV) o di altre malattie a trasmissione sessuale
  • Riscontro di anomalie della vagina o della cervice uterina durante la visita ginecologica, come la presenza di verruche genitali o herpes, oppure lesioni, polipi ecc.


La colposcopia può anche essere utilizzata nel caso in cui i precedenti esami forniscano risultati incerti o per individuare la causa di alcuni disturbi, come per esempio:

  • il sanguinamento vaginale o altre perdite, per esempio dopo i rapporti sessuali
  • la presenza di fastidi come bruciore o dolore a livello vaginale.

Come si svolge

La colposcopia, che di solito viene svolta in ambiente ospedaliero, dura da 15 a 30 minuti circa. Prima dell’esame vi verrà chiesto di togliervi i vestiti dalla vita in giù e verrete fatte accomodare su un sedile che consente l’assunzione della posizione ginecologica, ovvero con le gambe sollevate e divaricate, la stessa che si assume durante una normale visita dal ginecologo. Il medico inserirà delicatamente in vagina uno strumento chiamato speculum; per osservare la cervice uterina utilizzerà un microscopio dotato di luce, chiamato colposcopio, che consente di osservare vagina e cervice uterina come se si utilizzasse una sorta di binocolo. La mucosa da esaminare viene tamponata delicatamente con un batuffolo di cotone imbevuto di acido acetico al 5% e, talvolta, di una soluzione iodata (soluzione di Lugol); queste sostanze hanno infatti la capacità di mettere in risalto la presenza di anomalie o lesioni nel tessuto della mucosa vaginale. Se vengono rilevate alterazioni, è possibile che la colposcopia sia affiancata dal prelievo di piccoli campioni di tessuto mediante una biopsia. Questo tipo di esame istologico, il medesimo effettuato durante il pap test, permette di valutare la presenza di alterazioni a livello cellulare ed è importante per la diagnosi di patologie come:

  • un tumore della cervice uterina
  • infezioni, come per esempio quella da Papilloma virus (HPV).


Durante gli esami, è possibile che il medico scatti delle fotografie utilizzate a scopo di documentazione.

E' un esame doloroso?

Si tratta di un esame non doloroso, salvo in alcuni casi un leggero fastidio. L’eventuale sensazione fastidiosa è legata all’esecuzione della biopsia, che comporta il prelievo di una piccola porzione di tessuto. Potreste quindi percepire una sensazione simile a una puntura o a un leggero sfregamento, che varia in relazione alla zona vaginale dove viene effettuato il prelievo. Nel caso di una biopsia della cervice uterina, per esempio, proverete un certo fastidio, ma nessun dolore. Una leggera sensazione dolorosa potrebbe invece verificarsi durante una biopsia vaginale, ovvero il prelievo di un campione di tessuto dalla parte inferiore, più bassa, della vagina o della vulva. In questo caso il medico potrebbe decidere di somministrarvi un anestetico locale.

La colposcopia può causare complicazioni?

In realtà, si tratta di una procedura di routine, e non vi sono rischi particolari né a breve, né a lungo termine. Solo raramente, durante l’esecuzione della biopsia, può verificarsi un sanguinamento più o meno intenso, a causa di un’involontaria lesione di piccoli vasi. In questo caso, il medico che sta svolgendo il test può facilmente porre rimedio, grazie al posizionamento di una garza all’interno della vagina: una sorta di assorbente interno, che può essere rimosso dopo qualche ora. In alternativa, è possibile che il medico decida di applicare sostanze con azione antiemorragica o soluzioni emostatiche a base di ferro (soluzione di Monsel) o di nitrato d’argento.

Come ci si deve preparare

Per prepararsi all’esecuzione di questo esame ci sono alcuni accorgimenti che è bene seguire. Per esempio, nelle 48 ore precedenti alla colposcopia, evitate di:

  • avere rapporti sessuali
  • applicare creme vaginali
  • effettuare lavande
  • introdurre ovuli o tamponi.

Non viene invece richiesto di modificare in alcun modo la propria dieta, né prima né dopo l’esame. Il giorno in cui effettuate la colposcopia, ricordatevi di portare con voi l’esito degli ultimi pap test o di eventuali colposcopie precedenti. Esistono però alcune condizioni che impongono di prendere alcune precauzioni prima di eseguire la colposcopia, evitando così qualsiasi possibile rischio. In particolare, se siete portatrici di prolasso della valvola mitralica o di altre patologie cardiovascolari importanti, è opportuno che vi rivolgiate prima al vostro cardiologo per valutare l’eventuale necessità di seguire una terapia profilattica con antibiotici per proteggervi dal rischio di endocarditi batteriche.
Inoltre, è importante comunicare sempre al vostro ginecologo se:

  • state seguendo una specifica terapia farmacologica, per esempio con farmaci antiaggreganti o anticoagulanti
  • soffrite di eventuali reazioni allergiche, come allergia allo iodio, ai mezzi di contrasto o agli anestetici locali
  • siete in stato di gravidanza.


In quest’ultimo caso, state tranquille: la colposcopia di per sé è un test diagnostico che può essere eseguito anche se siete in dolce attesa. Tuttavia, è bene specificarlo, perché dovranno essere evitate le biopsie, che di solito vengono rimandate a dopo la nascita del bambino. Fondamentale è quindi il dialogo, sia con il medico curante, sia con lo specialista incaricato di svolgere l’esame.

Colposcopia e ciclo mestruale: è un problema?

Questo esame non può essere svolto durante i giorni del flusso mestruale o in caso di perdite ematiche abbondanti. In queste situazioni, è meglio rimandare la colposcopia, che dovrebbe essere evitata anche se soffrite di una forte infiammazione vulvo-vaginale.

Dopo la colposcopia

Subito dopo l’esecuzione di una colposcopia, è possibile tornare a casa senza particolari problemi. Dato che non vengono somministrati farmaci durante il test, potete anche mettervi alla guida. Non è quindi indispensabile essere accompagnate, a meno che non desideriate avere qualcuno vicino per sentirvi più a vostro agio. Nelle ore successive alla colposcopia potreste notare piccole perdite: è perfettamente normale, non allarmatevi. Un utile accorgimento per rendere questo momento più confortevole possibile è quello di utilizzare dopo il test un assorbente esterno o un salva slip. Aspettate che le perdite si siano esaurite, prima di avere rapporti sessuali o di utilizzare tamponi. Se invece notate una fuoriuscita abbondante di sangue, febbre alta con brividi o forti dolori addominali, è opportuno rivolgersi subito al medico.

I risultati

Nella maggior parte dei casi, il medico che effettua l’esame può già esprimere un primo parere subito dopo aver effettuato il test. Per esempio, informandovi se ha riscontrato la presenza di anomalie visibili, come verruche o altri tipi di lesioni.
Il risultato di una colposcopia può essere di due tipi:

  • normale, cosa che avviene in 4 donne su 10, alle quali viene suggerito di continuare a seguire i controlli periodici regolari
  • anormale, che si verifica in 6 donne su 10, in quanto viene segnalata la presenza di anomalie a livello della cervice o della vagina, che devono essere trattate con una terapia farmacologica o mediante una rimozione chirurgica.


Nel caso venga effettuata anche una biopsia, per riceverne l’esito sarà necessario attendere un certo numero di giorni, che può variare in base alla struttura in cui viene eseguito l’esame, al tipo di analisi eseguite sul campione prelevato e al grado di urgenza. Grazie all’analisi al microscopio del tessuto prelevato con la biopsia, il medico potrà raccogliere importanti informazioni, valutando in particolare se il campione di mucosa contiene:

  • cellule infiammatorie
  • cellule precancerose (cioè che potrebbero dare origine a un cancro)
  • cellule cancerose.

Colposcopia e diagnosi di tumore

Il tumore della cervice uterina può essere diagnosticato anche durante una colposcopia. In particolare, questo test è in grado di rilevare la presenza di lesioni precancerose: si tratta di alterazioni benigne e superficiali della mucosa della cervice uterina, che a lungo termine possono però dare luogo a lesioni maligne. Circa il 15% delle lesioni precancerosi cervicali più gravi (carcinoma in situ) infatti si evolve, degenerando in tumore nell’arco di 10-15 anni. Questo tipo di alterazione della cervice di solito non causa dolore e, in generale, non provoca alcun sintomo: il solo modo di individuarle è quindi quello di svolgere una colposcopia o un pap-test. A causare queste lesioni è nella maggior parte dei casi il papilloma virus umano (HPV). Ne esistono diversi ceppi, alcuni innocui (“a basso rischio”), altri più pericolosi (“ad alto rischio”), in quanto in grado di causare appunto a comparsa di cellule tumorali a livello della cervice.