CEMER - Centro Europeo per la Medicina e la Ricerca

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Isteroscopia

L’isteroscopia è una tecnica endoscopica diagnostico-terapeutica, che permette di visualizzare direttamente la vagina, il collo dell’utero, il canale cervicale, la cavità uterina e gli orifizi tubarici.

L’esame viene effettuato con un isteroscopio, sottile strumento metallico del diametro di circa 4-5 mm, che per mezzo di un flusso continuo di “acqua” distende le cavità uterina permettendone la diretta visione. Nel corso degli anni, diverse sono state le modifiche alla tecnica ed agli strumenti, ad oggi, la tecnica migliore probabilmente viene effettuata a paziente sveglia, senza speculum né pinza da collo, con un isteroscopio che tramite un canale operativo permette l’inserimento di piccoli strumenti tipo pinze, forbici o elettrobisturi che consentono l’immediato trattamento e risoluzione del caso. Attraverso una serie di avanzamenti tecnologici si è giunti ad ottenere uno strumento in grado di applicare la tecnica a tutte le pazienti in tutte le condizioni e nelle più svariate situazioni. Si tratta di una tecnica poco invasiva, ambulatoriale che permette sempre l’accesso alla cavità uterina e quindi di fare diagnosi e terapia nello stesso momento endoscopico.

Numerose e sempre più diversificate sono le applicazioni di questa tecnica. Con il progredire della tecnica, le indicazioni sono aumentate: si sono via via aggiunte tutta una serie di possibilità diagnostiche ed operative derivanti soprattutto dalla grande versatilità dello strumento. Da non effettuare in presenza di gravidanza.

Quando sottoporsi a isteroscopia

L’isteroscopia diagnostica è indicata soprattutto in presenza di sanguinamenti uterini anomali in epoca fertile, in pre e post menopausa, in pazienti in terapia farmacologica post-neoplasia mammaria o in trattamento sostitutivo per la Menopausa. È importante sottoporsi a Isteroscopia diagnostica nei casi di infertilità di coppia (da eseguire sempre prima di un eventuale accesso a tecniche di PMA), nel sospetto di malformazioni uterine, per controlli della cavità uterina post chirurgia isteroscopica e nei casi, infine, di residui corioplacentari post abortivi o post partum. L’isteroscopia operatoria, invece, trova applicazione in presenza di:

  • aderenze intrauterine
  • malformazioni uterine come il setto uterino
  • polipi endometriali
  • fibromi uterini sottomucosi
  • corpi estranei intrauterini, come la spirale il cui filamento sia risalito all’interno della cavità uterina.

Fasi dell’isteroscopia: cosa fare prima dell’esame

L’isteroscopia diagnostica non richiede una particolare preparazione. In caso di isteroscopia operatoria la preparazione richiede digiuno dalla mezzanotte del giorno precedente l’intervento. Il giorno dell’intervento si effettua la profilassi antibiotica e la paziente è invitata a svuotare la vescica. L’anestesia è necessaria. In tal caso, la paziente deve aver eseguito le seguenti indagini: esami ematochimici, elettrocardiogramma e radiografia del torace (se età > 50 anni).

Fasi dell’isteroscopia: cosa fare durante e dopo

L’accesso alla cavità uterina avviene con tecnica vaginoscopica, atraumatica: l’isteroscopio viene introdotto, attraverso la vagina, nel canale cervicale fino ad arrivare alla cavità uterina, che viene distesa con un mezzo gassoso o liquido al fine di permetterne la visione. Nel caso di isteroscopia operatoria si possono introdurre strumenti miniaturizzati, come forbici o pinze, attraverso l’isteroscopio, oppure si utilizza il resettoscopio che permette di tagliare e coagulare mediante una sorgente di energia elettrica. L’isteroscopia diagnostica dura pochi minuti; al termine dell’intervento, l’isteroscopio è rimosso e il mezzo di distensione refluisce dalla cavità uterina che ritorna alle dimensioni iniziali. Non sono necessari punti di sutura o medicazioni. L’isteroscopia diagnostica non causa disturbi particolari e la paziente riprende rapidamente le proprie attività. In alcuni casi può avvertire un dolore crampiforme simile a quello mestruale e un modesto stillicidio ematico (spotting), entrambi destinati rapidamente a scomparire. Il trattamento successivo all’isteroscopia varia da paziente a paziente. In ogni caso, a distanza di un mese è richiesta una visita ginecologica, per valutare l’opportunità di trattamenti farmacologici o ulteriori interventi chirurgici.

Isteroscopia: controindicazioni e rischi

Le controindicazioni all’esecuzione dell’isteroscopia sono:

  • la presenza di una gravidanza in atto
  • la presenza di un’infezione pelvica in atto o recente
  • il carcinoma del collo dell’utero.


L’isteroscopia diagnostica è quasi priva di rischi e le complicanze sono molto rare.
L’isteroscopia operativa invece comporta i seguenti rischi:

  • nausea e vomito per effetto dell’anestesia;
  • perforazione dell’utero possibile, ma infrequente;
  • lesioni di organi addominali molto raramente;
  • arresto cardiaco e/o edema polmonare, eventi rarissimi;
  • sovraccarico cardio-circolatorio durante l’intervento può essere una complicanza collegata al liquido utilizzato per la distensione della cavità uterina, evento che può essere grave, ma raro e ben prevedibile.